In seguito alle inaccettabili manifestazioni che hanno caratterizzato le prime due tappe del Giro di Padania i corridori chiedono di poter continuare a svolgere il loro lavoro serenamente invitando gli organi preposti alla loro tutela ad adempiere ai dovuti controlli e garanzie nei loro riguardi.
L’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani (ACCPI) si rivolge direttamente agli organizzatori, alla Federazione Ciclistica Italiana (FCI) e al Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) richiedendo una maggiore sicurezza per i suoi associati.
«Il ciclismo è uno sport pacifico, non abituato a questo tipo di violenze. I ragazzi non c’entrano niente con queste manifestazioni, sono professionisti e stanno semplicemente svolgendo il loro lavoro. Non ammettiamo che siano vittime di violenza, per di più senza alcun motivo» ha commentato il presidente ACCPI Amedeo Colombo, visionando le immagini e i video degli incidenti che molti siti hanno rilanciato in queste ore.
L’ACCPI, in quanto associazione apolitica e apartitica, rispetta le opinioni dei manifestanti, ma appartiene al mondo dello sport, e pretende che coloro che non sono d’accordo con lo svolgimento del Giro di Padania rispettino l’attività dei corridori, scegliendo altre vie per dimostrare il loro dissenso.
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